La nostra è una famiglia contadina (in cui da sempre si coltivano i Pomodorini del Piennolo) e crescendo abbiamo interiorizzato alcuni valori: i ritmi della natura, la ciclicità, l’armonia con le stagioni, la genuinità del cibo, il duro lavoro.
Questa è l’eredità che ci hanno lasciato i nostri genitori, e dalla quale ha preso avvio Virtuna 1934.
Il marchio deriva dai nomi di mamma e papà (Fortuna e Vincenzo) e dall’anno di nascita di nostro padre. Lo abbiamo scelto proprio per esprimere continuità con la nostra storia e le nostre radici. Perché non si può prescindere dalle radici se si vuole contribuire a valorizzare il proprio territorio. Amiamo i prodotti campani perché fanno parte della nostra vita fin dall’infanzia.
La differenza sta tutta qui. Nel lavoro che facciamo oggi c’è la passione con cui nostro padre sceglieva i pomodori più belli, ne conservava i semi, e d’inverno li faceva germogliare al caldo, in casa nostra, per poi trapiantarli al momento giusto.
Nel 2014 abbiamo iniziato a far conoscere i prodotti dell’area vesuviana, come il Pomodorino del Piennolo, i friarelli o l’albicocca pellecchiella. Abbiamo subito riscosso un grande successo, che ci inorgoglisce. Merito della ricchezza di questo territorio: un suolo ricco e fertile, tradizioni antiche e preziose.
Il nostro obiettivo è mantenere vivo questo patrimonio agricolo e gastronomico, dare a chi ci sceglie i migliori prodotti campani, così come la natura li offre. E sulla natura agiamo il meno possibile, perché possa esprimersi al meglio nei raccolti.
In questo modo abbiamo contribuito a salvare tecniche di coltivazione e conservazione che rischiavano di scomparire perché molto laboriose e poco redditizie. Occorre tempo e dedizione per piantare a mano, togliere a mano le infestanti, sollevare e cimare a mano le piantine, raccogliere e conservare a mano i pomodori. Il premio di tutto questo lavoro è una bontà ineguagliabile, che non volevamo andasse perduta.